I PROGRAMMI DEL METODO DREZANCIC

I principi sui quali si orienta la pedagogia Drežančić mirano ad attivare i primi processi mentali e le diverse funzioni psichiche e la rendono applicabile con notevoli risultati nella riabilitazione di tutti quei bambini che presentano una compromissione dello sviluppo linguistico e cognitivo con diversa eziologia.

I bambini sono accompagnati dalla nascita all’adolescenza, rispettando le fasi del normale sviluppo e le varie tappe evolutive della loro crescita, secondo l’età e le capacità intellettive ed emotive, senza trascurare l’ambiente nel quale sono immersi che può aiutare e stimolare l’acquisizione del linguaggio e lo scambio relazionale.


Per attuare tali principi la Drežančić ha elaborato 20 procedimenti pedagogici, detti canali, che sono impiegati diversamente nei quattro programmi del metodo.
I primi 10, utilizzati a partire dai programmi prescolari, svolgono funzioni che vanno dalle prime stimolazioni vocali alla correzione delle produzioni linguistiche. I canali dall’11 al 20 sono utilizzati prevalentemente dopo l’ingresso a scuola e riguardano i ritmi musicali, la lingua scritta, la grammatica e gli apprendimenti più avanzati. Il metodo prevede un percorso articolato con cui è possibile seguire i bambini nel corso dello sviluppo.
Occorre precisare che, nonostante molti abbiano ritenuto di utilizzare parzialmente alcune proposte, solo una corretta integrazione dei diversi procedimenti pedagogici garantisce una riuscita ottimale.

Nonostante la professoressa Drežančić abbia creato numerose proposte, diversi testi didattici e al suo metodo possiamo attingere per ogni esigenza legata alle problematiche linguistiche e cognitive dell’età evolutiva, c’è un elemento dal quale non ha mai voluto prescindere in quanto fondamentale per la crescita dell’essere umano, tanto più nei primi anni di vita: l’aspetto emotivo affettivo.
In tutti i suoi programmi si tiene conto del bambino nella sua globalità ma occorre anche ricordare come tali proposte unitamente ad un atteggiamento rispettoso e attento nei confronti dei bambini siano cruciali per la formazione del carattere, della personalità. Zora ripeteva continuamente che bisogna amare i bambini e questo amore si traduceva in un ascolto attivo mediato non solo dallo studio approfondito delle scienze psicopedagogiche, neuropsicologiche, linguistiche e molte altre ma anche dal ritenere ciascuno di loro unico e irripetibile.

IL PRIMO PROGRAMMA DEL METODO DREZANCIC

Primo programma audio fono psicomotorio

Le stimolazioni proposte nel primo programma si rivolgono ai bambini dalla nascita ai tre anni. Lo scopo è quello di avviare i processi necessari per un linguaggio orale presentando gli stimoli sonori con i quali si attiveranno le vie neurali e si consentirà ai bambini di creare e mantenere i ricordi a livello centrale.

Usando la voce cantata, molto più ricca di frequenze e di armonici rispetto all’articolazione e gradevole anche per i bambini in tenera età, come mezzo pedagogico su frequenze che si estendono dai 220/256 Hz ai 440 Hz si va a sollecitare la sonorizzazione della voce e con gradualità si favorisce la discriminazione di tutti i suoni del linguaggio per poi progredire a livello semantico con la scelta delle parole in funzione dell’età e arrivare alla strutturazione delle prime frasi.

Il primo programma è stato chiamato anche programma audio fono psicomotorio perché le strutture previste stimolano la fonazione, sensibilizzano l’udito, attivano il controllo visivo e rendono consapevoli i bambini dei movimenti del proprio corpo anche in relazione alle diverse abilità prassiche e di coordinazione motoria.

Gli stimoli possono essere presentati già dai primi mesi di vita intervenendo con un’azione di rinforzo che consiste in una stimolazione globale con voce cantata. Poi intorno ai 6/9 mesi si potranno rafforzare gli elementi fonetici con i giochi fonici, oggetti in movimento specifici per ogni suono del linguaggio.

La proposta del gioco fonico, accompagnata dalla voce cantata è modulata e parlata e si armonizza nel movimento: lo spostamento delle mani sull’oggetto e il movimento impresso all’oggetto spesso sottolineano le qualità ritmiche, le strutture ritmiche musicali che faciliteranno la percezione.

I modelli di questa pedagogia sono multisensoriali: alla proposta del gioco fonico il bambino guardando solo l’oggetto effettua un controllo sul piano visivo, guardando lo stesso movimento realizza un controllo visivo-motorio che coinvolge anche quello visivo, fono-motorio nel momento in cui osserva il volto dell’adulto quando pronuncia.

Quando il bambino è entrato nella tappa imitativa e riesce a produrre correttamente qualche suono si propongono le prime parole.

In questa pedagogia è fondamentale che gli esercizi presentati durante il setting di trattamento vengano riproposti anche a casa in tal modo il bambino capirà che gli sono utili per comunicare meglio con i propri familiari e questo gli consentirà anche di progredire più facilmente.

IL SECONDO PROGRAMMA DEL METODO DREZANCIC

Secondo programma prescolare dai 3 anni ai 6/7 anni

Anche in questo programma continuiamo ad usare oggetti e giocattoli, soprattutto come aiuto alla strutturazione grammaticale e sintattica della lingua.

Gli esercizi con la voce cantata, modulata e parlata vengono sempre di più accompagnati con i movimenti che illustrano le melodie cantate per le consonanti e le vocali, i ritmi musicali e che servono per memorizzare le strutture fonetico ritmiche, presentate anche attraverso dei disegni.
Queste schede sono anche dei validi esercizi per consentire ai bambini di entrare con gradualità e consequenzialità nei prerequisiti indispensabili per l’acquisizione della lettura e della scrittura.

Nel secondo programma vengono curati in modo più approfondito rispetto al precedente la strutturazione dei vocaboli, l’arricchimento lessicale, la strutturazione delle frasi e la comprensione delle domande. È importante infatti che il bambino fin dalla più tenera età capisca quando gli rivolgiamo una domanda e risponda senza ripetere la domanda stessa.

Il riconoscimento uditivo viene curato costantemente: dapprima con oggetti e brevi frasi proposte durante la seduta poi con la proposta di frasi via via più complesse e brevi dialoghi. Si introduce anche l’uso del presente, passato e futuro.

IL TERZO PROGRAMMA DEL METODO DREZANCIC

Il terzo programma scolare

Questo programma previsto per il periodo della scuola dell’obbligo può essere la continuazione dei programmi precedenti oppure un primo approccio al metodo, per esempio per bambini con disturbo specifico di apprendimento.
Infatti la ricchezza e la gradualità delle stimolazioni previste permettono di dare ai bambini con DSA un importante supporto e consentono di interfacciarsi in maniera efficace con training mirati all’attenzione sostenuta.

Gli obiettivi principali di questa tappa sono: perfezionare la comprensione e la produzione del linguaggio orale con particolare attenzione al verbo, passaggio dall’orale allo scritto, approccio alla lingua straniera, alla letteratura, approfondimento del linguaggio poetico, stretta collaborazione con la scuola continuando quella con la famiglia al fine di rendere chiaro e lineare il percorso di crescita psicologica e cognitiva.

IL QUARTO PROGRAMMA DEL METODO DREZANCIC

Quarto programma: adolescenti e adulti

È molto importante che in adolescenza si crei la consapevolezza del rapporto tra strumenti utilizzati e risultati raggiunti affinché i ragazzi o i giovani adulti siano a pieno titolo parte attiva delle decisioni che li coinvolgono.

Spesso il quarto programma diventa un percorso personalizzato in cui si devono utilizzare tutti i canali della pedagogia per aiutare i bambini, ragazzi, adulti che si accostano tardivamente alla riabilitazione o che hanno seguito precedentemente altre proposte.

COME SI PUO’ SPIEGARE LA VARIETA’ DEI COMPORTAMENTI DURANTE LA RIEDUCAZIONE UDITIVA?

Nel corso degli anni ci sono state molte teorie volte a spiegare gli effetti prodotti dall’ AIT Berard.
Nessuna di queste teorie è stata al momento provata.
Di seguito vengono riportate le più interessanti.

 

Teoria dell’orecchio medio

ANATOMIA E FUNZIONAMENTO DELL’ORECCHIO MEDIO

L’orecchio medio contiene le 3 ossa più piccole (martello, incudine e staffa) e due dei muscoli più piccoli del corpo. Quando il suono entra nell’orecchio esterno e colpisce il timpano, la sua vibrazione fa muovere il martello, che a sua volta muove l’incudine, che muove la staffa. La vibrazione della staffa colpisce la finestra ovale della coclea che provoca il movimento del fluido al suo interno. Le minuscole cellule ciliate al suo interno si flettono così il nervo uditivo interpreta i vari suoni. I due muscoli dell’orecchio medio, il tensore del timpano e lo stapedio, hanno il compito di procurare un’adeguata tensione degli ossicini. Inoltre, quando vengono esposti ad un suono forte, i due muscoli reagiscono insieme e questo, a sua volta, limita il movimento degli ossicini. Il risultato è che la staffa colpisce la coclea (orecchio interno) con una forza limitata. Questo è conosciuto come riflesso acustico e serve per proteggere la persona da suoni forti e dannosi.

Esistono due teorie che si concentrano sul ruolo dell’orecchio medio per spiegare il beneficio ricevuto dall’AIT Berard:

  1. La prima è che la tensione muscolare non sia adeguata al funzionamento corretto dell’orecchio medio. Il metodo AIT Berard esercita e rinforza i muscoli dell’orecchio medio che a loro volta inducono ad una corretta quantità di tensione muscolare e ad un’efficace trasmissione del suono.
  2. La seconda teoria è che il muscolo tensore del timpano e lo stapedio non lavorino più insieme per produrre il riflesso acustico. Questo potrebbe essere conseguente ad un trauma o ad un’infezione dell’orecchio medio. Attraverso l’ascolto di una musica molto stimolante, modulata, i due muscoli sono portati ad un buon allenamento e come risultato
    iniziano a lavorare insieme per provocare il riflesso acustico.

 

Teoria del sistema cerebellare vestibolare

Il sistema cerebellare vestibolare CVS è il centro cerebrale dell’elaborazione senso-motoria. È costituito dal sistema vestibolare e dal cervelletto che è collegato all’orecchio interno dal nervo vestibolare.
Il CVS è responsabile dell’elaborazione sensoriale, compresi udito e visione, della coordinazione dei movimenti motori volontari ed involontari e del controllo del senso dell’equilibrio, della direzione, del tempo e del ritmo. Regola anche l’ansia.
Il malfunzionamento del CVS può causare diversi sintomi e comportamenti: problemi dell’udito e della visione, dell’equilibrio, della coordinazione, risposte anormali al movimento, problemi con il senso del tempo e della direzione, scarsa concentrazione e memoria, iperattività, difficoltà nelle prestazioni scolastiche e aumento dell’ansia.
L’AIT Berard potrebbe essere un metodo che fornisce una stimolazione al CVS per aiutare la riorganizzazione del sistema malfunzionante. La teoria CVS spiegherebbe perché con l’AIT avvengano così tanti cambiamenti che apparentemente non sembrano riguardare il sistema uditivo o specificatamente l’appiattimento del profilo uditivo. Spiegherebbe perché gli individui riferiscono, ad esempio, di poter gustare e odorare meglio e non siano più sulla difensiva a livello tattile.
Supporterebbe inoltre le affermazioni di un miglior equilibrio, una coordinazione motoria adeguata e una grafia più chiara. Spiegherebbe anche i miglioramenti del contatto oculare, della coordinazione occhio/mano e dell’allineamento oculare.

 

Effetto calmante della musica
Uno dei cambiamenti più frequentemente riportati è una calma globale nell’ascoltatore.
All’interno della parola effetto calmante possiamo fare entrare: un sonno migliore, l’aumento dei tempi di attenzione, la diminuzione dell’ansia e dell’iperattività. Spesso si sente dire “La musica calma un animale feroce”.
Dal momento che la modulazione dell’AIT è stimolante, sembra possibile che l’intensità associata all’AIT in qualche modo calmi il sistema di eccitazione della persona. La persona è più abile ad apprendere, una volta che è in grado di calmarsi e prestare attenzione al proprio ambiente.

 

Teoria della riorganizzazione sensoriale
Il dottor M. Kaplan ha suggerito una teoria che può essere applicata anche ad altri sistemi sensoriali. Si crede che il sistema uditivo possa svilupparsi in maniera anomala per problemi genetici, durante la gravidanza e/o per esperienze della prima infanzia. Il dottor Kaplan suggerisce che il sistema uditivo sia organizzato in un modo non funzionale e strutturato in alcune persone con disturbi dello sviluppo.
Come gli altri sensi nel corpo il sistema uditivo è molto adattabile e può cambiare se gli si forniscono appropriati stimoli e strutture.
Durante le sessioni di ascolto AIT il sistema uditivo è stimolato in modo da essere messo in uno stato di mutazione continua, scompiglio o caos. Dopo il completamento delle sezioni d’ascolto il sistema uditivo si riorganizza di solito in modo più naturale strutturato e funzionale, più efficace.

COME NACQUE L’EARDUCATOR

Come descritto nell’articolo “un metodo, non una terapia“, l’Audiokinetron non poteva essere più importato negli Stati Uniti.

Si fecero allora molti tentativi senza successo per mettere a punto un nuovo dispositivo. Alla fine divenne disponibile un dispositivo chiamato DAA “Digital Auditory Aerobics” che sfortunatamente però non riuscì a documentare la sua efficacia attraverso delle ricerche cliniche.

Per questa ragione il DAA non è stato accettato e riconosciuto come strumento PER IL METODO AIT Berard.

Alla fine degli anni ’90 in Sud Africa venne costruito un altro dispositivo dall’ingegnere elettronico Tim Hagen con la collaborazione del dottor Berard. Dal momento che l’Earducator era stato usato per vari anni in Sud Africa con successo, si decise di portarlo negli Stati Uniti per un confronto clinico con l’Audiokinetron.

L’Earducator fu testato da tre rieducatori AIT Berard in luoghi diversi degli Stati Uniti, i risultati furono messi insieme ed analizzati e indicavano lo stesso beneficio tra i due dispositivi.

Così l’Earducator iniziò ad essere usato come dispositivo per l’AIT Berard e il dottor Berard fu coinvolto nell’avanzamento della sua messa a punto negli anni.

UN METODO, NON UNA TERAPIA

Negli anni ‘90 il metodo Berard ottenne grande successo negli Stati Uniti: professionisti da tutto il mondo si radunavano per essere formati.

Si decise allora di sottoporre il metodo alla Food & Drugs Administration (FDA) perché potesse diventare una terapia medica ed essere usato in maniera sistematica per trattare le condizioni come l’ Attention Deficit Hyperactivity Disorder (ADHD), l’autismo, le difficoltà di apprendimento ed altre.

E’ responsabilità della FDA assicurare che l’attrezzatura usata per i trattamenti medici sia sicura, solo così la FDA etichetta l’attrezzatura come dispositivo medico.

L’Audiokinetron, il macchinario usato al tempo per l’AIT Berard, fu etichettato come dispositivo medico in attesa che fossero prodotti degli studi completi, approvati dalla FDA, per dimostrare la sicurezza del macchinario.

Questi studi non furono mai completati unicamente a causa dei costi proibitivi e per questo l’Audiokinetron non potè più essere importato o portato attraverso i confini degli stati, e il metodo AIT Berard non venne riconosciuto come terapia medica.

SI TRATTA DEL VERO “AIT BERARD”?

Il dottor Berard all’inizio aveva chiamato il suo programma “Auditory Training” ma quando incominciò a diventare popolare negli Stati Uniti si capii che era facile confonderlo con il sistema FM usato da coloro che avevano difficoltà ad ascoltare la voce dell’insegnante in classe, chiamato “ Auditory Trainer”.

Venne allora concordato il termine AIT “Auditory Integration Training”, perché teneva conto dell’integrazione dei sensi e dell’elaborazione che avviene con il metodo Berard.

Purtroppo il termine non venne registrato come marchio e così da allora il termine AIT è usato in maniera generica per identificare i vari tipi di programmi d’ascolto.

Quindi non tutti gli AIT sono uguali, infatti la ricerca che si applica con il metodo Berard non si applica agli altri, è UNICO.

Consiglio quindi di accertarsi che si stia parlando proprio di AIT Berard perché questo termine è ancora motivo di confusione e cattiva informazione.